Bergamo ha costruito azioni culturali di indubbio richiamo e spessore in questi ultimi anni, tali da consentire alla città di divenire Capitale della Cultura insieme a Brescia nel 2023.
La cultura è stata individuata come uno dei principali asset di valorizzazione e di sviluppo dell’identità di Bergamo, in ambito locale, ma anche in ambito internazionale.
I dati turistici dimostrano la capacità di penetrazione sul mercato internazionale del brand Bergamo costruito su un’identità culturale, che si è rafforzata e notevolmente ampliata negli ultimi dieci anni.
In questo lasso di tempo Bergamo ha rigenerato l’Accademia Carrara, con nuovi allestimenti e nuovi spazi, aperto il Museo della Fotografia e il Museo del 900 – entrati nell’offerta del Museo delle Storie di Bergamo -, ha ristrutturato il teatro Donizetti, consentendo di incrementare l’attrattività del principale teatro cittadino, ha riallestito e sistemato il Museo Archeologico di piazza Cittadella.
Son nati poli decentrati come Daste a Celadina e GresArt nel quartiere di San Tomaso.
È stata ampliata la biblioteca Tiraboschi, la biblioteca Mai ha guadagnato spazi e funzioni dentro casa Suardi in Città Alta.
Nei prossimi anni sarà pronta una nuova GAMeC, una nuova arena per lo spettacolo all’interno degli spazi del quartiere Chorus Life.
Al rafforzamento degli spazi dedicati alla cultura ha corrisposto un incremento della fruizione ma anche della produzione culturale in città, anche fuori dai canali tradizionali per il capoluogo orobico. Il progetto della Capitale ha coinciso con il completamento di un’innovativa prospettiva che spazia dal lavoro all’enogastronomia. Il sapere e il saper fare hanno consentito di incrociare il territorio di Bergamo con quello di Brescia, in un dialogo che – se coltivato e mantenuto negli anni a venire – certamente produrrà un ulteriore arricchimento di un comparto che – i dati lo dimostrano – produce ricchezza, immateriale e non, per i cittadini e le associazioni della città e del territorio.