La risorsa suolo

Il suolo è un’importante risorsa non rinnovabile, un sistema complesso le cui caratteristiche variano da luogo a luogo. Non è semplicemente una superficie o uno spessore, bensì un corpo naturale vivente risultato di lunghi processi evolutivi. Questi processi conducono a un equilibrio dinamico, influenzato dall’ambiente e dall’uomo nelle aree abitate. Il suolo produttivo, capace di generare biomassa vegetale, è limitato e spesso soggetto a utilizzi in competizione tra loro, essendo fondamentale per la produzione alimentare, la coltivazione di fibre e biocombustibili.
Il suolo non è solo prezioso per le sue capacità produttive, ma anche per il suo contributo ai servizi ecosistemici essenziali. Rappresenta il comparto ambientale in cui vive il 25% della biodiversità globale. Gioca un ruolo cruciale nella fornitura di acqua pulita e nella protezione del territorio da inondazioni e siccità. I processi nel suolo sono alla base dei cicli naturali di sostanze minerali vitali per piante e animali. Ad esempio, i suoli costituiscono il principale deposito terrestre di carbonio, e la loro gestione sostenibile può contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla prevenzione del degrado ambientale.

L’evoluzione dei suoli agricoli nel comune di Bergamo

Il Comune di Bergamo si estende su una superficie di 40,3 km2 (1,5% circa del territorio provinciale), occupata per il 26,1% da aree agricole, per il 59,3% da aree antropizzate e per il restante 14,6% da vegetazione naturale (aree boscate, ambienti con vegetazione arbustiva e/o erbacea in evoluzione, zone aperte con vegetazione rada ed assente). A parità quindi di proporzione delle aree agricole si nota una situazione opposta, rispetto al territorio provinciale, per quanto riguarda le altre due classi.

I suoli agricoli sono costituiti per lo più da seminativi (64,8%), seguiti da prati stabili (28,6%) e colture permanenti (6,7%), in linea quindi con la provincia.

L’analisi degli andamenti temporali delle coperture del suolo a partire dal 1954 rivela, come per le dinamiche osservate a livello provinciale, che i territori boscati e gli ambienti seminaturali avevano a quella data un’estensione di poco inferiore a quella attuale; le aree agricole occupavano circa il 62% della superficie comunale, mentre le aree antropizzate il 27%.

Questo significa che in 64 anni le aree agricole sono diminuite del 58% (-14,5 km2), con tassi di diminuzione annua più o meno costante intorno all’1%. Esse sono state sostituite per lo più da aree urbane (+ 13 km2) ma in parte anche da aree naturali (+1,3 km2).

Delle aree agricole quelle maggiormente coinvolte dalla perdita di superfici sono stati i seminativi semplici (-70,2%) con tassi di variazione annua più accentuati nel periodo 1999-2007 (-2,5%). Le colture permanenti sono diminuite fortemente fino al 1999 per poi riaumentare, portando il tasso di decremento tra il 1954 e il 2018 al -36,4%. I prati stabili, invece, pur occupando piccole superfici, hanno subito un notevole incremento nel periodo 1954-1999 (da 1,1 km2 a 3,1 km2), per poi stabilizzarsi.

Per quanto riguarda siepi e filari, i dati mostrano che nel territorio del comune di Bergamo essi sono passati nell’arco di 64 anni da 111 km a 43,8 km, subendo una diminuzione complessiva del 61%, molto più accentuata di quanto accaduto a livello provinciale. I tassi di variazione maggiore si osservano per il periodo 1954-1999 che si conferma quindi il periodo più critico per le aree agricole del comune di Bergamo.

I seminativi arborati invece hanno subito una diminuzione del 97,5% tra il 1954 e il 1999, con un tasso annuo del 2,2% per poi riaumentare lievemente. I prati permanenti con specie arboree invece sono complessivamente triplicati rispetto al 1954 sebbene abbiano raggiunto la loro massima estensione nel 2007 (1,2 km2).

Il consumo di suolo

Se si analizzano su base annuale i consumi di suolo, ovvero gli incrementi annuali di suolo consumato, si osserva che essi dal 2006 vanno diminuendo fino al 2017, per poi riaumentare tra il 2017 e il 2018 e in seguito ritornare ai livelli precedenti. Come già notato anche grazie ai dati DUSAF, probabilmente il periodo più impattante per quanto riguarda l’artificializzazione del suolo è stata comunque la seconda metà del secolo scorso. Quindi i dati rilevati dall’ISPRA a partire dal 2006 sono conseguenze di dinamiche antecedenti.

L’ultimo PGT del comune di Bergamo riduce al massimo le possibilità edificatorie (restituzione ad uso agricolo di 800.000 m2 di aree urbanizzabili nel precedente PGT), prevede una maggior presenza delle fasce verdi all’interno del costruito, predilige azioni di trasformazione dell’esistente o di recupero di aree industriali dismesse, per esempio nel caso dell’ex area GRES che verrà trasformata in un polo culturale e dove l’agricoltura urbana troverà nuovi spazi, grazie per esempio alla presenza di impianti di colture idroponiche intensive.

Il nuovo PGT inoltre estende il perimetro del Parco dei Colli, istituito nel 1977 e che da sempre ha avuto un ruolo chiave nella conservazione dell’area a Nord della città, anche a Est, Sud e Ovest di Bergamo, inglobando così la Cintura Verde, voluta nel 2010 dal precedente PGT per fermare l’avanzata dell’espansione della città.Inoltre, prevede l’istituzione del Parco delle Piane Agricole per preservare l’ambiente rurale e ripristinare una vocazione agricola del territorio a sud della città.

Produzione agricola e lotta allo spreco alimentare

Il Comune ha avviato il progetto “SprecoZero in Comune” ponendosi i seguenti obiettivi: entrare in relazione con la comunità comunale per favorire l’engagement e il commitment delle famiglie in relazione agli SDGs e, in particolare dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, come enuncia il SDGs 12.3, ma anche analizzare la sensibilità, i comportamenti e le percezioni delle famiglie rispetto allo spreco alimentare e al consumo domestico, nonché l’analisi degli stili di vita con un focus particolare su alimentazioni sostenibili, sani e adeguate. In più si pone l’obiettivo di stimolare comportamenti di consumo e stili di vita consapevole, sani e sostenibili adottando diete alimentari sane, sostenibili e relative alla situazione comunale caratteristica e verificare le tipologie di alimenti e le quantità sprecate, così da procedere alla valutazione dei principali comportamenti della comunità legati al fenomeno e raffrontando i risultati dell’indagine con i dati del campione italiano e valutare l’evoluzione dei risultati.

Per questo il Comune di Bergamo che è socio dell’associazione Zerospreco (associazione di comuni italiani impegnati nel ridurre gli sprechi) ha aderito attivamente al progetto SprecoZero in COMUNE, che vede il lavoro congiunto del dipartimento di scienze e tecnologie alimentari dell’Università di Bologna e Last Minute Market, impresa sociale spin off accademico dell’Alma Mater.

Lo strumento Sprecometro, a cui il Comune di Bergamo ha aderito nel 2022, nasce dall’osservazione dello spreco alimentare a livello domestico e dai dati monitorati da Waste watcher international (5 febbraio 2023) stimano uno spreco pro-capite di 524,1 grammi alla settimana – ovvero 75 g al giorno e 27,253 Kg annui. Un dato che si accentua al Sud (+8% rispetto alla media nazionale) che comporta uno sperpero annuo di 6,48 miliardi €.

In questi ultimi anni il Comune di Bergamo ha molto lavorato per ridurre lo spreco di cibo nelle mense scolastiche: ad esempio, da dieci anni il cibo non porzionato viene fornito sette giorni su sette al servizio Esodo di Fondazione San Vincenzo, decine di teglie (100 pasti al giorno, nel 2023 si sono ridistribuiti ben 45.000 pasti non consumati nelle scuole ad enti caritatevoli del Comune di Bergamo).

Lo spreco del cibo viene ridotto anche attraverso la collaborazione con il terzo settore, l’assessorato ai servizi sociali ha tessuto contatti con la cooperativa Namasté. Il Comune di Bergamo ha inoltre costruito nel corso degli anni delle reti di buone pratiche, organizzazioni di volontariato e operative per combattere gli sprechi alimentari e valorizzare la produzione agricole locali:

  • Food policy del Comune di Bergamo
  • Tavolo di solidarietà alimentare
  • Food pride.

Queste buone pratiche hanno consentito di raggiungere risultati notevoli nel recupero di derrate alimentari, sia parlando di materie prime sia parlando di piatti già pronti. I numeri rispetto agli anni precedenti evidenziano i risultati del coordinamento delle varie associazioni presenti e attive sul territorio comunale: il recupero dei kg di cibo salvati dallo spreco supera quota 135.000kg, facendo segnare un +18% rispetto al 2022 e arrivando a un +157% rispetto al 2019. Il focus principale è sul settore ortofrutta, dove la merce è particolarmente deperibile, dove si sono recuperati 81,6% delle derrate.

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